Nell’articolo “Ipnosi ad Entanglement” ho esposto alcune considerazioni (e dimostrazioni) scientifiche sulla natura non locale dell’universo. Ora vorrei soffermarmi su una questione piuttosto rilevante che scaturisce dai risultati di tali ricerche. La non località infatti ci obbliga ad una totale rivisitazione anche del fattore tempo, dove passato e futuro non sono più sequenze lineari di eventi separati dal presente ma eventi sincronici che coesistono nel presente. Questo significa che, qualsiasi azione io compio o non compio nel presente, non solo modifica il mio futuro ma anche il mio passato in quanto coesistenti.
Per fare un esempio. Se prendiamo in esame il trattamento veloce di una paura o di un senso di colpa tramite il metodo della “Time-line”, dobbiamo per forza di cose considerare che stiamo compiendo un’azione nel presente che modifica il passato.
Sempre basandosi su questi principi si può arrivare ad ipotizzare l’universo come una proiezione olografica in cui tutto (passato, presente e futuro) avviene in un unico istante. Un’ologramma che ha anche una caratteristica molto particolare: se noi smontiamo l’ologramma, per quanto piccoli siano i frammenti in cui lo suddividiamo, ogni frammento conterrà al suo interno l’intero ologramma originale. Può sembrare uno scioglilingua ma, nel momento in cui riusciamo ad afferrare e digerire questo concetto, ci troviamo di fronte a qualcosa di rivoluzionario che spiegherebbe molti fenomeni altrimenti destinati a rimanere degli eterni interrogativi.
Una teoria interessante, che ultimamente è stata abbracciata da numerosi ricercatori, è quella che considera il nostro cervello come un “lettore di ologrammi”. In base a questa teoria il cervello, che al lato pratico è anch’esso un frammento dell’ologramma, legge l’ologramma prendendo consapevolezza di esso. E siccome ogni frammento dell’ologramma contiene tutte le informazioni dell’ologramma originale, ecco che abbiamo una spiegazione plausibile della creatività, dell’intuito ma anche di fenomeni più sfuggenti come la preveggenza, la bilocazione ecc.
Tornando alla mia esperienza specifica, e facendo riferimento alle ricerche che ho svolto durante la mia attività, mi permetto di osservare che la definizione “lettore di ologrammi” riferita al cervello è da ritenersi addirittura restrittiva. Il cervello può essere infatti ritenuto tranquillamente un lettore / codificatore di ologrammi, quindi non solo in grado di prendere consapevolezza dell’ologramma universale ma anche di modificarlo. Sempre nell’articolo “Ipnosi ad Entanglement” ho riportato una testimonianza significativa di come una presa di consapevolezza di un soggetto può indurre, a distanza, la medesima presa di consapevolezza in un secondo soggetto. Questa è la dimostrazione di come il cervello di un singolo non solo è in grado di modificare / codificare l’esperienza soggettiva ma anche quella collettiva.
Sono fermamente convinto che queste osservazioni sorprendenti potranno gettare la basi scientifiche per un’importante svolta evolutiva.