Settembre 1998, venni contattato dal direttore di un grosso studio legale il quale mi disse che stava per assumere un nuovo professionista per un incarico di responsabilità. E mi fece una richiesta che in prima battuta giudicai strana. Mi chiese di essere presente al colloquio, di osservare gli atteggiamenti, il non verbale del candidato e di riferire al direttore se secondo me quel candidato aveva una vita sessuale felice.
Rimasi incuriosito da quella richiesta al punto che gli domandai come mai aveva bisogno di una consulenza del genere. Lui mi rispose in maniera brusca, mi disse: “giovinotto, lei dovrebbe essere l’ultima persona a farmi una domanda del genere perché dovrebbe saperlo che chi non fa l’amore lavora”.
Non andai avanti nella discussione anche perché a quel tempo non avevo ancora maturato tutta questa esperienza nel business di un certo livello e quindi la reputai una delle solite fisse di un vecchio e coriaceo amministratore di società.
Ma quella frase mi rimase impressa.
E fu grazie a quella frase che tanti cambiamenti della mia storia personale mi divennero chiari. Mi resi conto che quelli che io ritenevo essere dei semplici colpi di fortuna, delle semplici provvidenziali casualità, non erano affatto delle casualità.
Erano invece la diretta conseguenza del netto miglioramento che ero riuscito ad apportare alla mia vita di relazione, sentimentale, sessuale.
Ed ebbi, negli anni successivi, una costante conferma di ciò dagli uomini che si rivolgevano a me innalzare la qualità della loro vita di relazione. Tutti coloro che mettevano in pratica questo percorso ottenevano delle gratificazioni anche in ambito lavorativo, professionale, finanziario.
Si stava delineando sotto i miei occhi un principio universale, un’equazione matematica.
Migliorare i rapporti con l’altro sesso ti apre tante porte, non solo materiali ma anche mentali che ti conducono automaticamente ad un miglioramento generale di tutti gli altri aspetti della tua vita: lavorativo, professionale, finanziario.
E mettiamoci anche spirituale.